San Martino, una festa dolcissima

Come spesso accade nella cultura popolare, tante feste religiose evocano e ricordano anche tradizioni e feste pagane. Fra le tradizioni legate al vino e alla cultura contadina, c’è la festa di San Martino, che si celebra l’11 novembre. «A San Martino ogni mosto diventa vino» è il proverbio che accompagna la degustazione del vino novello.

In questi giorni infatti nei vigneti si aprono le botti per i primi assaggi del vino “novello” e in antichità era pratica comune rinnovare i contratti agricoli.

In molte località San Martino si festeggia con sagre e fiere dedicate al vino novello, con degustazioni gratuite della bevanda. Tante sono anche le cantine che aprono le porte ai visitatori, facendo conoscere a tutti il mondo del vino.  Solitamente il vino novello si accompagna alle castagne, frutto tipico della stagione autunnale.

La festa di San Martino era una delle più importanti feste dell’anno, una sorta di capodanno contadino nel corso del quale si mangiava e beveva in abbondanza. Anticamente infatti il periodo di penitenza e digiuno che precede il Natale cominciava il 12 novembre e prendeva il nome di “Quaresima di san Martino”.

San Martino è legato anche alla Festa del Ringraziamento al termine delle stagione agricola e nel passato l’11 novembre era la data consueta per i traslochi e il rinnovo dei contratti di affitto dei fondi rustici, dei pascoli e dei boschi.

In molte località la festa di San Martino è caratterizzata da sagre, fiere, mostre d’arte.

Nella tradizionale estate di San Martino, i palermitani sono soliti gustare del vino novello. A prova di ciò, Martino fu definito il patrono degli ubriaconi.

La tradizione palermitana annovera anche una festa di San Martino dei poveri. Cade la prima domenica dopo l’undici novembre, quando si è soliti gustare il biscotto di San Martino “bagnato” nel moscato.

Perché si parla di “estate di San Martino”?

La tradizione vuole che l’11 novembre, il giorno di San Martino, sia quasi ogni anno una bella giornata di sole. La leggenda narra infatti che Martino, mentre usciva a cavallo da una delle porte della città francese di Amiens, dove viveva, vide un povero, mezzo nudo e tremante per il freddo. Impietositosi, tagliò il suo mantello di lana e ne diede la metà al povero. Immediatamente il sole si mise a scaldare come in estate. Per questo motivo, si chiama l`estate di San Martino quel periodo agli inizi di novembre in cui spesso accade che la temperatura si faccia più mite.

Nel corso dei secoli questa “estate novembrina” è stata sfruttata dalle famiglie contadine per traslocare le aziende a termine della stagione agricola, secondo le regole della mezzadria. Questa usanza si è consolidata, a tal punto che nel lessico dialettale di provincia, il trasloco viene detto “san martino”.

Ma chi era San Martino?

Martino nacque intorno al 315 nella regione della Pannonia e fin da giovane fu avviato alla carriera militare dal padre, che scelse il nome Martino in onore a Marte, dio della guerra. L’episodio più noto della vita del santo – il taglio del mantello per riparare dal freddo un mendicante – si svolse proprio quando era ancora soldato e testimonia l’attenzione per gli umili che avrebbe reso di lui un santo molto amato dal popolo.

Dopo aver lasciato le armi, divenne monaco e fondò vicino a Poitiers una comunità di asceti, considerata il primo monastero databile in Europa, praticando un’intensa attività pastorale in tutta la Francia che lo rese molto conosciuto. Una fama che, secondo la tradizione, lo portò a essere eletto vescovo di Tours per acclamazione popolare.

Alla sua morte, avvenuta l’8 novembre del 397, gli abitanti di Poitiers e Tours si contesero le sue spoglie, che furono trafugate nella notte da questi ultimi: i funerali si svolsero tre giorni dopo, l’11 novembre, data che sarebbe diventata la ricorrenza ufficiale legata al santo.