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Buon Compleanno Sanlorenzo con Salvo Piparo

Mar 18, 2017 @ 8:30 pm - 10:00 pm

Comincia sabato sera un ciclo di incontri con il “cuntastorie” Salvo Piparo paginaufficiale e il suo irresistibile “scordabolario”: una serie di scorribande linguistiche attraverso parole e modi di dire della lingua siciliana, che diventano originali scioglilingua, con il solito piglio geniale e comico dell’attore e narratore palermitano. Una produzione dell’Associazione culturale Kleis

SCORDABOLARIO di Salvo Piparo
In scena
Salvo Piparo
Costanza Licata, voce
Francesco Cusumano, percussioni
Insieme a
Quelli della Sartoria Eleganza
(Michele Viola, chitarra – Marco Calascibetta, mandolino – Roberto Ursumando, chitarra – Giovanni Sozzi, fisarmonica)

LO SCORDABOLARIO DI SALVO PIPARO
Nato per gioco, tra uno spettacolo e un altro, ecco che Lo Scordabolario ideato, pensato e girato da Salvo Piparo, diventa una rubrica virtuale, “pubblicata” sui social, per raccontare parole dimenticate. Un dizionario delle parole perdute che rivoluziona il significato antico per proiettarlo in un linguaggio moderno e per niente dimenticato. Al contrario le sfilze di parole prese in esame dentro i capitoli del Lo Scordabolario sono re-impastate con ingredienti moderni, presi proprio dal linguaggio corrente, dalle storpiature e dalle cattive abitudini. Al momento 13 gli argomenti trattati e 13 capitoli pubblicati con grande successo di followers e condivisioni, primo fra tutti il capitolo 11 “Le 100sfumature del cornuto “ che ha superato le 150 mila visualizzazioni, arrivando a fare cosi il giro del mondo in soli tre giorni. Un modo originale per spolverare antiche parole, più o meno conosciute, per strappare una risata, un ricordo o semplicemente per imparare un po’ della nostra storia.

Note di Salvo Piparo:
Certe palore si stanno impossessando di noi. La parola Vintage un per dire dire ci sta cominciando a rosolare perbenino i cosiddetti!
Aimè, io sono uno che difficilmente butta le cose, anzi sarbo tutto: scatole, scatolati, scatoline,scatolone,supposte, gnizioni, tappi di bottiglie, tapparelle, tappine, solette, supratacchi, …cio’ pure un cascione in bagno che è la succursale del cimitero dei rotoli di carta igienica delle Ferrovie. Un altro cascione solo di batterie usate, che però non si può sapere mai che c’è né qualche d’una che ancora ha 20 lire di energia per il telecomando, un altro cascione invece, è pieno di tutte le quasette spunnate, che non si sa mai, sempre ponno servire …magari come presine; così andò a finire che tutte le cose che gìà anno più di 10 anni si chiamano “vintage” il che significa che a me casa è un museo, tanto che pure io ormai mi sento vintage.
Oggi se a uno gli vuoi dire “quatro antico” …non glielo puoi dire più, perché non sorbisci lo stesso effetto, oggi ci devi dire: sei vintag!
E Lo stesso accade, se a uno gli vuoi dire tascio o bardascio, la palora moderna è: neo-melodico, che è l’evoluzione del tascio, quello che oltre ai cerchioni con gli scorpioni, ci ha pure i cuscini con la sua fotografia stampata a forma di cuoricino, messi impostati nel vetro di dietro della macchina!
Un’altra parola che sta facendo terra bruciata attorno a noi “babbasoni” è la parola biologico.
Tutto è biologico, credetemi, questa Pasqua sentiremo parlare pure della “stigghiola biologica”.
A quanto pare, in nome della palora biologico le cose arrivano a costare pure il doppio!
A questo punto non mi sta bene, perché ho comprato un kilo di pere biologiche a 3 euro al chilo, e ne ho mangiata una per combinazione, perché le altre erano tutte buone per buttarle, perchè erano tutte piene di vermi …biologici!
E se la dobbiamo dirla tutta, lo stesso accade con la palora “novel cusin”, perché per sparagnare ti fanno le porzioni che dice che è novel cusin… e così, tu tinn’acchiani, la tua signora s’annaca, ma dentro di te, tu lo sai, ca ti lassaru riunu!
Certe parole si stanno impossessando di noi altre invece come calzini sporchi in fondo al bucato se ne stanno…una di queste è Ziz (fiore), Panormus (tutto porto), Balarm ossia Palermo!
Per questo ho immaginato un luogo “leggio leggio” dove poter trovare le parole di Palermo “scordate” che in palermitano non significa stonate ma dimenticate, in disuso, “messe di lato come il gelato”.
Signori a voi, Lo Scordabolario, il vocabolario delle palore palermitane scordate…

Ad accompagnare la performance QUELLI DELLA SARTORIA ELEGANZA QUARTET:

Michele Viola, chitarra
Roberto Ursumando, chitarra
Marco Calascibetta, mandolino
Giovanni Sozzi, fisarmonica

“Quelli della sartoria eleganza” è una piccolo band formata da chiunque voglia parteciparvi, il cuore nasce dentro una sartorial che ancora oggi ospita tutti I sabato pomeriggi concerti liberi da qualunque scaletta o formazione. Tra I rappresentanti più assidui vi sono Michele Viola e Roberto Ursumando alle chitarre, Marco Calascibetta al mandolin e Giovanni Sozzi alla fisarmonica.
“Al numero 3 di Via Beati Paoli si trova la sartoria Eleganza di Andrea Vaiuso; ci si accorge subito, già sbirciando dalla strada, che non si tratta di una semplice sartoria”. Così, nel libro “Vicoli Vicoli”, inizia la descrizione che Alli Traina, giovane scrittrice palermitana, fa della piccola bottega dove, da più di 50 anni, al lavoro artigianale si alterna come naturale complemento la musica del mandolino di Andrea, il cui repertorio spazia “da Verdi al classico napoletano, dal tango al liscio fino alle canzoni siciliane, quelle popolari, le serenate antiche”.
“Ogni sabato dalle cinque e mezza fino alle sette di sera la botteguccia si anima grazie a concertini talmente coinvolgenti e allegri che parteciparvi è ormai abitudine di molti. Seduti sulle sedie e sul divano, la porta aperta, con i visi inclinati verso lo strumento o con lo sguardo in alto come a cercare la musica nella memoria, i musicisti iniziano a suonare, i loro strumenti si incontrano, dialogano, si stringono riempendo la stanza della loro energia per poi farsi lenti e quasi sussurrare”.

Dettagli

Data:
Mar 18, 2017
Ora:
8:30 pm - 10:00 pm