Afrodisiaci e salutari: frutti sì, ma di mare

Salutari, afrodisiaci, versatili in cucina, nella loro estrema semplicità: i frutti di mare sono tra i piatti più amati dell’estate, ma rientrano anche a pieno titolo tra le pietanze della dieta mediterranea.

 

Prevalentemente marini, anche se presenti pure nelle acque dolci, i frutti di mare devono il loro nome al metodo di raccolta che ricorda per l’appunto quello della frutta perché vengono raccolti a mano, uno ad uno. Due le principali famiglie che li costituiscono, i molluschi e i crostacei, tutti caratterizzati da uno scarso apporto calorico e lipidico che li rende alimento ideale nelle diete ipocaloriche.

Secondo un credo popolare i frutti di mare sono afrodisiaci, fatto recentemente confermato dalla scienza. Stando a un gruppo di ricercatori di Harvardfanno davvero bene all’amore: le coppie che, mentre cercano di concepire un bimbo, consumano coquillage più di 2 volte a settimana hanno un numero maggiore di rapporti sessuali e riescono a diventare genitori prima delle altre. Il 92%, rispetto al 79%, arriva alla gravidanza entro un anno.

Lo studio americano pubblicato sul ‘Journal of Clinical Endocrinology & Metabolism’ indica che l’effetto-fertilità dei frutti di mare potrebbe non essere collegato solo all’attività intima più intensa. I firmatari ipotizzano infatti anche “altri fattori biologici” probabilmente associati ai succosi alimenti, inclusa un’azione sulla qualità del seme maschile, dell’ovulazione e dell’embrione.

Ma i frutti di mare, in particolare i molluschi, erano considerati cibo prelibato già nell’antichità. I Romani allevavano e apprezzavano soprattutto le ostriche, le cui presunte proprietà afrodisiache furono celebrate fin dal Rinascimento.

Il repertorio culinario dei frutti di mare e dei crostacei è davvero monumentale. Forse dipende dal fatto che non vi è materia prima tanto facile da raccogliere. Cozze, vongole, cannolicchi, lumache e lumachine di ogni genere sono stati per millenni oggetto di un’economia di sussistenza che ha assicurato cibo gratuito a molte famiglie. Il fatto è che per la raccolta non è necessario possedere attrezzature, né barca, né reti e neppure canne da pesca: bastano le mani e un secchio. La sussistenza non reclama alcuna commercializzazione, tanto che per secoli non si è sentito il bisogno della vendita dei frutti di mare e, quando poi questa ha preso piede nei centri urbani (attraverso i cozzicari) è rimasta separata da quella del pesce.

In cucina infine si è dovuto compiere il miracolo: trasformare creature non immediatamente commestibili, in prelibati e prediletti cibi della dieta famigliare e delle comunità. È accaduto quello che sempre accade nella cucina popolare: non è la nobiltà degli ingredienti a determinare l’eccellenza di una preparazione ma l’ingegno collettivo per far divenire commestibile ciò che a prima vista non lo è.

Nascono così i piatti consigliati dell’estate. Ricchi di Omega-3, proteine e iodio, svolgono un’azione antinfiammatoria su tutto l’organismo, aiutano a dimagrire e a mantenere una buona attività cardiocircolatoria. Ma soprattutto, fanno bene all’amore.